lunedì 19 ottobre 2015

La difficoltà delle transizioni

Abbiamo 30 anni, questi magnifici 30 anni, che quando ne avevamo 20 ci sembravano così lontani, che proprio non riuscivamo a vederli e che la nostra immagine era di noi "vecchi". E invece eccoli arrivati, in fretta o no, con alle spalle un discreto bagaglio di esperienze. Ma come siamo ora, a 30 anni?

Vi racconto di Nicola, un giovane 30enne appunto, e uno spaccato della sua vita fin qui.
"... Sono in una fase di transizione, e io odio le fasi di transizione. Ho studiato per quasi 10 anni, credendo nella mia professione e in quello che stavo facendo. Purtroppo però in tutti questi anni non ho mai trovato un lavoro nel mio campo e la poca esperienza che ho, l'ho acquisita solo attraverso stage e tirocini. Ora sono più di 4 anni che lavoro per la stessa azienda, ma che si occupa di tutt'altro rispetto a quello che vorrei fare nella vita. Mi è sempre andata bene questa occupazione e l'ho sempre considerata di transizione, infatti in questi anni ho continuato ad occuparmi della mia formazione e della mia vera passione, facendo anche un sacco di sacrifici.
Pochi giorni fa mi offrono un posto di lavoro nel mio ambito, ma come libero professionista e per un periodo di tempo limitato. E ora il problema del 30enne: restare nel nido sicuro di un'azienda che non ti soddisfa a pieno, perché hai il contratto indeterminato, perché si sa, 'di questi tempi è oro!' e la nonna dice che è necessario per farti una famiglia oppure mollare tutto, rischiare e mettere finalmente a frutto gli sforzi e sacrifici che hai fatto fin qui?
Odio le fasi di transizione. Odio il limbo".

Eccolo qui il problema dei 30enni: stabilità vs. rischio - routine vs. novità. Culturalmente veniamo da quelle generazioni i cui valori portanti sono la famiglia e il lavoro sicuro, la stabilità insomma, e si era felici così, ci si credeva davvero. E per quanto noi ora siamo immersi in un presente diverso, ce l'abbiamo dentro, incarnato. Ecco perché noi 30enni siamo confusi e ci sentiamo scomodi in situazioni come queste: ci si stampa un sorriso in faccia all'idea di avere un amore per sempre, una famiglia solida, una casa con mutuo e un lavoro che ci consenta di pagarlo; ma poi quando riapriamo gli occhi ci troviamo con i piedi piantati in una realtà che è mutata mentre noi crescevamo e non ce ne siamo forse nemmeno resi conto.
Nicola, ovviamente io non posso dirti cosa fare, cosa scegliere. Posso dirti che probabilmente odi le transazioni e il limbo per questo motivo e il suggerimento che posso darti per prendere in autonomia qualunque decisione è provare a stare in questo limbo. Stai lì fermo, ascoltati e senti come stai immerso lì. Non fare liste dei pro e dei contro, ma ascolta solo te stesso, le tue sensazioni, emozioni e il tuo corpo. Ti aiuteranno a capire, perché loro non ti mentiranno mai, non li puoi mascherare.
E immaginati, come a 20 anni ti immaginavi a 30, ora proiettati a 40 e cerca di vedere cosa potrebbe farti sorridere. Una volta visualizzato e compreso, lotta per andare a prenderti quel sorriso, esattamente come hai fatto a 20 anni quando hai fatto certe scelte per il tuo futuro.
Non farti spaventare da questa scelta, non vederla come un bivio, ma come un'occasione.
Non essere spaventato dall'errore o dalla possibilità di prendere la decisione sbagliata, perché non esiste giusto o sbagliato, esiste solo la miglior scelta possibile per te, in questo momento.

In bocca al lupo e in corno al rinoceronte!

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