lunedì 5 ottobre 2015

Ti prego, portami via con te

Avevo tredici anni quando io, mia sorella e mio padre - all'insaputa di mia madre - andammo al canile a scegliere un cane. Ricordo ancora le gabbie con dentro cuccioli, cani adulti e vecchietti. Quegli occhi che dicevano solo "ti prego, portami via con te". Trovammo una cucciola di due mesi in una gabbia da sola, un incrocio tra un Pit Bull (sì, quelli che mangiano i bambini) e un "chi può dirlo". Se ne stava lì, in un angolo, tremante (ma era fine estate?!), col pancino talmente gonfio che a malapena stava in piedi, sporca, impaurita, l'ombra di se stessa. Fu lei a scegliere noi :) La volontaria del canile ci raccontò che lei e suo fratello erano stati abbandonati. Fin lì niente di strano. Fu il "come" a straziarci il cuore: qualcuno aveva preso questi due cuccioli meravigliosi, aveva legato loro le quattro zampette col fil di ferro (i segni sarebbero rimasti visibili per mesi) e li aveva messi in un sacchetto di plastica. Il sacchetto era stato, quindi, abbandonato sulla riva della Dora con all'interno due creature viventi e scalpitanti. Poco dopo una signora a passeggio col cane, sentendo i guaiti disperati, aveva raccolto questo sacchetto dal contenuto inaspettato e aveva portato i due cuccioli al canile. 
Allora stavo riflettendo, e pensavo che sin da piccola sono stata cresciuta con l'idea che il male non si auguri a nessuno, nemmeno ai peggiori nemici. Però io per le persone che hanno abbandonato la mia piccola in quel modo un'eccezione la farei, perché spero che ovunque siano possano soffrire e morire male. Ah, già che ci sono aggiungerei anche i ragazzi che venerdì sera mi hanno tamponata e sono scappati. 
Ciao, grazie!

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